L’estate è giovane…almeno lei
Comunemente si contano le primavere, ma io gli anni che passano li sento in estate. Sì, mi sento l’estate addosso ma non nel senso frizzante e infopportabilmente gioiofo di Jovanotti.
Sono arrivata in terra sicula e il mio programma prevede, come ogni anno, scorpacciata di sole e mare. Tant’è vero che nella mia borsa piccola che accompagna i miei viaggi da Milano a Trapani ho messo due vestiti e sette costumi. L’intenzione è sempre solo quella di passare da un bikini a un intero, tutto il resto è superfluo.
Cerco di rispettare questo summer plan ma mi rendo conto già dalla seconda esposizione al sole che qualcosa è cambiato. Non sono più la lucertola di una volta. Io che l’estate scorsa non sentivo il calore dei raggi solari, oggi fatico a superare l’ora senza desiderare l’ombra. Ma non voglio cedere, non ascolterò le sirene che mi richiamano sotto l’ombrellone. Io sono un animale da spiaggia, devo resistere. Per me, e per quel vestitino giallo canarino che con l’abbronzatura sta da dio.
Ieri la tabella di marcia prevedeva nell’ordine: mare in zona vicino casa, pranzo, cambio costume, mare lontano da casa con un’amica, tramonto a base di vino bianco e pesce in un chiosco vicino al mare con il costume addosso ancora bagnato e la pelle asciutta per la salsedine, casa al volo per una doccia, passeggiata in centro e pit-stop in un locale per bere una cosa. Quello che è accaduto davvero però è che dopo il tramonto eravamo così satolle da desiderare solo il letto e naturalmente abbiamo assecondato i nostri desii.
Non è sempre stato così, eravamo giovani e valorose una volta. Ci sono state stagioni di fuoco e non per lo scirocco che non perdona da queste parti, ma per l’energia che ci muoveva. “Non ne lasciavamo una”, direbbe mia madre. Giornate intere sotto il sole e happy hour di gruppo in riva al mare con una quantità di vino da far impallidire Bacco e patatine alla paprika tanto scadenti da anestetizzare il palato, tutto rigorosamente in offerta al discount. Nonostante questo aperitivo strong restavamo carichi e pronti ad affrontare una serata a base di mojito e #summervibes. L’alba era un’interruzione brusca, arrivava troppo presto a dirci che basta così, bisognava battere in ritirata, saremmo diventati di nuovo guerrieri il giorno dopo.
Ripenso a quel periodo, neanche troppo lontano, e mi sembra impossibile sia stata capace di tanto. Oggi mezza giornata di mare mi sfinisce. L’ora felice è quella che mi vede in pigiama pronta per una notte di sonno. Guardo il tramonto e penso che non manca molto all’incontro con il letto. La forma più sublime di romanticismo che oggi riesco a concepire.
E’ mezzanotte e sto scrivendo. E sono felice perché questo impegno mi ha fornito una scusa credibile per non uscire. L’alternativa era “sono raffreddata e ho qualche linea di febbre”. E di ‘sti tempi meglio evitare.