Didattica a distanza: promossa o bocciata?
Dopo tre mesi di didattica a distanza da settembre riaprono i cancelli delle scuole italiane: in questi giorni il Miur ha anche pubblicato il calendario del prossimo anno scolastico.
Per la gioia degli studenti (ma soprattutto dei genitori che durante il lockdown hanno dovuto stare al passo con lezioni online, compiti e interrogazioni) finalmente tornerà a suonare la campanella
Ma come si tornerà in classe? Oltre a mettere in sicurezza gli ambienti quali saranno le modalità messe in atto per le attività didattiche?
I ragazzi saranno separati da un plexiglass o saranno costretti a stare ore ed ore con la mascherina?
Qualcuno ipotizza che a settembre si tornerà a scuola con modalità differenti, magari con i turni. Il popolo degli ottimisti crede invece che si tornerà in aula come sempre, che non cambierà nulla.
Sicuramente l’importante è ritornare tra i banchi.
La didattica a distanza è sicuramente stata un’alternativa valida e che in una situazione emergenziale ha garantito il diritto allo studio di milioni di studenti. Se non ci fossero stati gli strumenti digitali tutto questo sarebbe stato impossibile!
Secondo un sondaggio (realizzato da Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca IARD) la dad, soprattutto tra i ragazzi delle superiori, ha funzionato abbastanza bene.
Infatti, i risultati variano a seconda del tipo di scuola: sono certamente migliori nelle scuole superiori rispetto alle medie e alle elementari dove il livello di attenzione dei bambini (che necessitavano del supporto di un genitore) è stato sicuramente più basso
La scuola è il nostro passaporto per il futuro,
poiché il domani appartiene a coloro che oggi
si preparano ad affrontarlo.
(Malcom X)
I dati
Il 77% degli insegnanti ha dichiarato che tutti gli studenti sono riusciti a seguire costantemente le lezioni
Il 62% dei docenti è riuscito a portare a termine tutto (o quasi) il programma
Il 56% degli insegnanti di tutte le scuole ha considerato l’attività scolastica online abbastanza efficace.
Il 39% considera la didattica a distanza poco o per nulla efficace.
Complessivamente, dunque, i prof italiani hanno promosso la didattica a distanza!
Non dimentichiamo però che in questi mesi d’emergenza questo nuovo e improvvisato modo di apprendere e insegnare ha prodotto alcuni effetti “indesiderati”: sedentarietà, bruciore agli occhi, stanchezza, stress, ansia, senso di solitudine o depressione.
Non sono state poche le difficoltà riscontrate da docenti e alunni per un nuovo approccio allo studio, dobbiamo anche considerare che è il mondo della didattica è stato stravolto improvvisamente.
Prof e ragazzi si sono trovati ad imparare insieme un nuovo modo di fare scuola.
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