L’esercito del selfie assedia il tramonto in spiaggia
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Sarà che è un periodo di profonde riflessioni, sarà che inizio a mostrare i segni di arteriosclerosi, ma fatto sta che alcune cose apparentemente innocue stanno diventando motivo di grande fastidio.
Forse starò invecchiando, ma la scena a cui ho assistito pochi giorni fa ha qualcosa di fortemente inquietante.
In spiaggia per vedere il tramonto
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Ero in spiaggia. Era l’ora del tramonto. Non avevo fatto la giornata di mare, ma ero andata nel tardo pomeriggio proprio per vedere il sole tuffasi nell’acqua e vivere quel momento catartico che tutti amiamo.
Venivo da un appuntameto nella zona Nord di Roma e quando è terminato ho proposto al mio compagno di tramonti: “Andiamo a vedere ‘sto posto di cui parlano tutti”. Non farò il nome dello stabilimento più famoso della Capitale, non credo ce ne sia bisogno per chi vive da queste parti e non credo sia di grande interesse per chi non frequenta le nostre zone.
Quindi proviamo ad affacciarci in spiaggia. L’ora è quella giusta, la gente in costume da bagno e asciugamano inizia ad andare via e noi ci troviamo un posticino a debita distanza da tutti e a pochi metri dal bagnasciuga. Pronti per vedere il tramonto. (Eravamo contenti… che ingenui)
Arriva l’esercito del selfie
Mentre il sole inizia a scendere, un’orda di giovani in divisa estiva da aperitivo, iniziano ad affollare la spiaggia. Appena la nostra amata e mastodontica stella madre del sistema solare tocca l’acqua la scena assume delle tinte a dir poco tragicomiche. Intorno a noi l’esercito del selfie ci circonda. Sconcertati, non possiamo che guardare le loro tecniche di fotografia col cellulare. Quella più gettonata è con il soggetto di spalle al sole con la postura a tre quarti rispetto al fotografante. Volto serio, oppure estremamente felice. Qualcuno tenta la ripresa della camminata dell’amica verso il sole. Poi quella cade perfettamente seduta, scoppia a ridere guardando la camera e noi pensiamo per un attimo che bella scena spontanea. Poi la professione ci viene in aiuto e ci rendiamo conto che è tutto studiato!
Dall’altra parte un gruppo di amiche, forse le più normali, immortalano il momento con un semplice vecchio selfie, nulla di strutturato. Però lo fanno davanti a noi! Cioè, proprio davanti a noi impedendoci di vedere il sole scomparire all’orizzonte.
Tramonto bevuto
Ok, colpa mia che ho scelto quel posto sapendo che era il più popolare e frequentato del litorale laziale, ma a mia discolpa posso dire che non c’ero mai stata, non immaginavo che fosse un teatro a cielo aperto in cui viene messa in scena la banalizzazione di uno dei momenti forse più romantici e spirituali della nostra esistenza.
Ho sempre pensato che il tramonto andasse assaporato in silenzio, in intimità, in contemplazione e non bevuto a sorsi di selfie e mojito.
E chiaramente non ci tornerò mai più.
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Come diceva Niccolò Fabi, “Non si può trovare un negozio di antiquariato in via del Corso”. Magari sì, ma sarà pieno di gente che vuole fare l’aperitivo.