E se la cannabis fosse il gancio per la rinascita del Paese?
Anche Giugno sta per finire, incredibile. Questi stranissimi mesi sono passati velocemente e con loro se n’è andata anche la paura di una diffusione incontrollata del contagio. Ora stiamo tutti un po’ più tranquilli e ogni tanto riusciamo pure a far finta che in fondo non sia successo nulla.
Ci incontriamo con gli amici, andiamo al mare, ci incazziamo con chi si assembra in fila al chiosco della spiaggia, fissiamo negli occhi con livore chi non indossa la mascherina. Poi per fortuna, forse catturati dal clima rilassato della bella stagione, ci lasciamo attraversare da quel pensiero ingenuo ma confortante e ci rilassiamo pensando che in fondo, se ci fosse ancora lo stesso rischio di tre mesi fa, a quest’ora saremmo tutti contagiati.
L’effetto Marijuana
In un certo senso l’estate, la spiaggia, le onde del mare e la brezza marina fanno l’effetto marijuana sulla gente. Nell’aria c’è positività, speranza, pace, relax, odore di iodio e salsedine. Ci riflettevo proprio l’altro giorno: ma come sarebbe la società se tutti facessero liberamente uso di cannabis?
Cioè, se fosse considerata al pari di un bicchiere di vino la sera o della sigaretta dopo il caffè, forse saremmo tutti più rilassati, eviteremmo di preoccuparci più del dovuto e dormiremmo tutti meglio. Eppure, ancora oggi in Italia è vista come il male oscuro, considerata nociva e pericolosa al pari delle droghe. Lei, che in fondo non è atro che una pianta.
#iocoltivo: la battaglia per la legalizzazione.
Pensare che in Italia sono più di 6 milioni i consumatori di cannabis. Sei milioni. E’ uno stato di fatto, hai voglia a dire “Non vi fate le canne che fa male”, quel disco rotto non ha funzionato evidentemente. E a quanto pare non fa poi così male…
Oggi, giovedì 25 giugno, le associazioni antiproibizioniste hanno manifestato a Montecitorio per chiedere la legalizzazione della cannabis e promuovere la disobbedienza civile sotto lo slogan #iocoltivo.
Alla campagna hanno già aderito oltre 2000 persone tra cui alcuni parlamentari che hanno pubblicamente dichiarato di aver avviato la coltivazione di una piantina di cannabis nella propria abitazione.
Secondo i sostenitori della campagna, dietro la legalizzazione c’è una grande opportunità di crescita economica e occupazionale per il Paese e appare piuttosto anacronistico che in Italia si guardi ancora ai promotori di questa istanza come a dei tossicodipendenti.
350mila nuovi posti di lavoro
In primis, stando ai dati forniti dalle associazioni antiproibizioniste, legalizzare significherebbe bruciare gli affari delle mafie, aumentare le entrate nelle casse dello stato e creare più di 350mila nuovi posti di lavoro (secondo uno studio dell’Università La Sapienza di Roma). Cosa che di questi tempi servirebbe non poco al Paese.
Andrebbe promosso un uso consapevole e regolamentato, ovviamente, così come avviene per l’uso dell’alcool, ma almeno si eviterebbe ai sei milioni di assidui consumatori di avere inevitabilmente a che fare con la criminalità organizzata.
Sì, perchè a quanto dicono i sostenitori della legalizzazione, uno dei nodi da sbrogliare sta nel fatto che l’uso personale è consentito dalla legge, ma la vendita no…
Basta dare soldi alle mafie
Va da se che milioni di persone per bene, giovani studenti, lavoratori, padri o madri, tutti coloro che semplicemente vorrebbero consumare cannabis come consumano una birra durante una pizza, siano costretti a rivolgersi alle piazze di spaccio come fossero veri criminali, alimentando così gli introiti delle mafie.
Ecco perchè una delle richieste degli antiproibizionisti è quella di poter coltivare autonomamente una piantina di cannabis in casa.
In questo modo si inizierebbero a togliere entrate alla criminalità organizzata e si spianerebbe la strada per una futura completa legalizzazione.
Si avrebbe, inoltre, un commercio di canapa controllato e regolamentato e con il monopolio dello stato.
Insomma, diciamo che per essere un “esercito di fattoni”, come li considera una certa destra conservatrice, mi sembra che i sostenitori della legalizzazione ragionino piuttosto bene.
Chissà come sarebbe il mondo se tutti quelli che lo desiderano potessero avere sul proprio balcone, tra il prezzemolo e il rosmarino, anche una piantina di cannabis.
Beh, forse il mondo sarebbe lo stesso, magari un po’ più ricco e rilassato.
Quello che cambierebbe davvero sarebbe il pil delle mafie. Sì, perchè in fondo il proibizionismo è stato da sempre un alleato della criminalità organizzata. Legalizzando e liberalizzando la coltivazione, molto semplicemente, gli spacciatori dovrebbero trovarsi un altro lavoro…
Direi che il ragionamento fila liscio, come l’olio di canapa.
News:
https://www.repubblica.it/politica/2020/06/24/news/cannabis-260089470/
https://www.dolcevitaonline.it/svizzera-la-legalizzazione-sperimentale-ottiene-lok-dal-governo/