Pau Dones, un testamento di valore
Lo ammetto, ho un rifiuto per quella che viene definita oggi musica e che riempie la maggior parte delle radio commerciali. Si tratta perlopiù di brani vuoti, senza un’anima, creati a tavolino con un improbabile ritornello orecchiabile e parole che, da un certo punto di vista, offendono la ‘lirica’ dell’anima più purista di un’arte da preservare.
Questo non c’entra nulla con i generi, ma proprio con il concetto stesso di musica è spesso ridotto ad ennesimo orpello commerciale, soprattutto per le generazioni più giovani che non hanno avuto la fortuna di accarezzare epoche in cui tutto questo aveva un altro significato.
Perché parlarne oggi? Perché la morte di Pau Dones, leader degli Jarabe de Palo, mi ha spinto ad un’ulteriore riflessione in questo senso, soprattutto ripercorrendo la sua vita, invidiabile per alcuni grazie al successo de La Flaca, ma con molti lati oscuri che lo hanno portato a scrivere brani più intensi e carichi di significato e forse meno conosciuti. Proprio la sua trasversalità e l’analisi di alcuni successi ci aiutano a comprendere un pezzettino di questo elaborato.
“La Tierra enferma, y tú con ella, Bro Mira, el hombre arrasa con todo lo que le dio Digo “paz”, “verdad”, “justicia”, “libertad”, Digo “amor”, “respeto”, “conciencia”, “dignidad” Mira, somos lo que somos, no lo que queremos Patrones, esclavos, humanos, imperfectos Somos raza, cultura, humanidad So, so, so, somos lo que somos!”
Somos – Jarabe de Palo
A Dones era stato pronosticato un futuro da ‘Signor Nessuno’ già a otto anni, complice una dislessia che all’epoca non veniva capita e repressa. Fu quindi cacciato da scuola e anche a casa le cose non andavano molto meglio (perse la madre non ancora adolescente). Il suo rifugio divenne la musica e quella chitarra che lo avrebbe poi portato in giro per il mondo.
Proprio raccontando di quella sofferenza vissuta in tenera età, Pau in un’intervista ad un media spagnolo ha dichiarato: “Quali che fossero le problematiche che rendevano la mia più difficile da un certo punto di vista, dall’altra mi diedero la capacità d’osservare con maggiore profondità i dettagli, le cose di cui gli altri bambini avevano paura. Le mie ‘tare’ mi hanno fatto crescere con una sensibilità diversa che la maggior parte delle persone non aveva e questo mi ha aiutato tantissimo. Ho vissuto emozioni profonde e questo sicuramente mi ha portato a vivere la mia vita in maniera intensa”.
Al di là dell’amore per ‘La Flaca’, che ha avuto il volto della modella cubana Alsoris Guzmáne e in cui si sente ancora il potenziale acerbo e post adolescenziale, Pau riunisce in quel primo disco sensibilità molto diverse con un buon pop rock latino. I brani di Dones hanno attraversato il tempo con un caleidoscopio di temi che riflettono proprio la sua sensibilità.
Mai volgare, leggero e impegnato pur mantenendo una semplicità valoriale, la sua stella ha sedotto artisti da tutti il mondo. Un percorso interessante fino al disco di commiato Tragas o Escupes, in cui si prepara a dire addio alle persone che lo hanno aiutato, lo hanno amato con un testamento carico di pathos.
Siento que la vida es el momento, que no tengo mucho tiempo, que aún me queda por hacer. Digo, que la suerte que yo tengo es que me sobran argumentos para no echarla a perder
La vida es el momento – Jarabe de Palo
Questo per dire che, nel bene o nel male, la musica rimane uno spazio in cui senza una spinta emotiva reale dietro, il disco o il singolo brano rimangono produzioni del momento, destinate all’oblio dopo una stagione. La musica è anche una forma di cura e proprio per questo bisogna proteggerla e ridarle il posto e il valore che merita.
Ad Maiora