Sognando Marte: la nuova era spaziale targata SpaceX e Nasa
Un giorno tu, figlia mia, andrai su Marte. Mio marito ripete spesso questa frase alla piccola Silvia. La nostra bambina, fan inconsapevole di Elon Musk e della sua SpaceX, a due anni e cinque mesi sa già che esiste un oggetto chiamato razzo che ti porta su verso il cielo e oltre. Veloce veloce.
Il lancio della Crew Dragon e la missione SpaceX Demo-2
Capirete bene come, a casa mia, la data del 30 maggio del 2020 non è passata inosservata. Così mentre io ero intenta ad occuparmi della fase pre addormentamento della piccola scatenata di famiglia, la mia dolce metà aveva testa, cuore e orecchie tutte per il lancio della Crew Dragon.
Due gli astronauti (Doug Hurley e Bob Behnken) a bordo della capsula della SpaceX, azienda privata di proprietà dell’imprenditore di origini sudafricane Elon Musk, a cui la Nasa ha affidato la missione Demo-2.
Il lancio dal Kennedy space center in Florida è stato il primo degli astronauti americani dal suolo americano dal 2011 e il primo in assoluto di una compagnia privata. Dopo nove anni, gli Stati Uniti, ritrovano così la capacità di portare uomini in orbita grazie ai privati.
nb: la Russia era rimasto l’unico Paese in grado di far arrivare gli astronauti sulla Stazione spaziale internazionale.
L’orgoglio del tanto contestato presidente americano Donald Trump è apparso irrefrenabile:
“Non e’ che l’inizio. Dei veri geni, nessuno lo fa come noi…”
“una delle cose più importanti che abbiamo mai fatto”
“Oggi e’ cominciata una nuova era di ambizioni americane”
“un coraggioso e trionfante ritorno americano tra le stelle”.
Elon Musk e la sua SpaceX: sognando Marte
Un omaggio particolare va tributato al caro Elon Musk, visionario patron di SpaceX, l’uomo a cui, per intenderci, sono affidati i sogni di chi crede che un giorno non troppo lontano gli esseri umani sbarcheranno su Marte.
Il cammino, sia chiaro, è ancora lungo. Anche perché nel mirino degli Americani c’è prima la Luna, così come dichiarato apertamente con il programma Artemis, un programma di volo spaziale con equipaggio, che ha come scopo quello di far sbarcare “la prima donna e il prossimo uomo” sulla Luna, in particolare nella regione del polo sud lunare, entro il 2024. La NASA lo considera il prossimo passo verso l’obiettivo a lungo termine di stabilire una presenza autosufficiente sulla Luna, gettare le basi per le società private per costruire un’economia lunare e infine mandare gli umani su Marte. Ossia il pallino di Elon Musk.
Un ulteriore piccolo grande passo direzione Marte, l’imprenditore vorrebbe compierlo grazie all’ultima creatura di SpaceX: Starship “il santo graal dello spazio”, così come lo ha definito lui stesso.
Un razzo alto più di 50 metri, in acciaio inossidabile, con diametro di 9 metri, capace di portare in orbita fino a 150 tonnellate di materiale. Una nave spaziale destinata un giorno a trasportare gli esseri umani sulla Luna e su Marte.
Al momento siamo in piena fase di test. L’ultimo tentativo risale al 29 maggio con l’esplosione di Starship SN4. Una catastrofe agli occhi dei meno attenti, non per Elon Musk, abituato a credere caparbiamente nei suoi sogni, nonostante gli innumerevoli tentativi falliti nel corso degli anni in più di una sua impresa.
I rischi insiti nei suoi progetti sono molto alti, continuano a ripetere gli esperti. E come dargli torto. Ma se non ci fosse un Musk a sognare, non ci sarebbero rivoluzioni.
Le sfide al limite dell’impossibile hanno sempre appassionato, hanno alimentato i sogni di intere generazioni.
Chi, per esempio, tra gli adulti di oggi, non si emoziona almeno per un attimo al pensiero dello Starman che viaggia nello spazio profondo intorno al Sole su quella Tesla Roadster, lanciata in orbita lo scorso 6 febbraio 2018?
Raccontano di Elon Musk che sia spietato con i suoi dipendenti, costretti spesso a orari terrificanti. Se qualcuno gli obietta che quanto lui chiede è impossibile, Musk risponde “ sei fuori dal progetto”. E il bello è che poi di quel progetto se ne occupa personalmente. Le sue aspettative appaiono irrealistiche. Ma chi lavora o ha lavorato per lui lo venera come fosse un genio e un supereroe. “La sua visione è talmente chiara”, “riesce a ipnotizzarti”, raccontano alcuni dipendenti della SpaceX, “ti guarda dritto con quegli occhi infervorati e ti convinci anche tu che possiamo andare su Marte”.
Durante gli anni le sue aziende hanno spesso incontrato difficoltà di liquidità, di progettistica e di produzione. Lui ha sempre insistito e rilanciato, senza mai arrendersi e mettendo a dura prova le sue finanze.
Non è un caso se la rivista Forbes lo ha inserito al numero uno dei 100 leader più innovativi d’America, a pari merito con il fondatore di Amazon Jeff Bezos.
Ps: Per conoscere il suo mondo, la sua mentalità, le sue visioni, i progetti e i sogni si possono sfogliare le pagine di un libro a lui dedicato dal titolo: “Elon Musk, l’uomo che sta creando il futuro”.
Ci saranno sicuramente fermate impreviste e la direzione potrebbe subire bruschi cambiamenti in corso d’opera. Non sarà un viaggio comodo, ma sarà di certo emozionante. Ha già fatto tappa alla stazione spaziale internazionale, ha nel mirino il ritorno sulla Luna e culla il desiderio di poggiare i piedi su Marte.
Non ci rimane che prendere per mano i nostri figli e i nostri nipoti e magari davanti a uno splendido tramonto (come ci consiglia la nostra Valentina Miceli in “Alla ricerca di tramonti“) insegnargli una grande lezione di vita: non smettere mai di sognare.