Il mio weekend perfetto: supermercato, spesa e superofferte
Ci siamo quasi. Il weekend è vicino e pregusto il momento. Sabato vado a fare la spesa. Se mi avessero detto che a trent’anni l’esperienza più appagante della settimana sarebbe stata andare al supermercato, avrei chiesto una consulenza psichiatrica per il mio interlocutore. Ma oggi l’affetto e le gioie di cui ho bisogno al termine di una settimana li trovo lì, tra le braccia della Gdo. Questo adesso è il mio concetto di shopping pazzo. Fregarmene dei prodotti in offerta e comprare le ciliegie. Dopodiché non ho bisogno di nessun’altra terapia per risollevare il morale. Anche perché, visto il costo del suddetto frutto, fai fatica a permettertela una terapia. Mi aggiro felice nel reparto frutta e verdura e qui ho dei punti fermi: cavolini di Bruxelles e peperoni sono la panacea di tutti i miei mali. Lo step successivo è il reparto formaggi. Lì la mossa è sempre e solo una: PS. No, non è Post Scriptum, ma prendere Parmigiano e Scamorza. Due elementi immancabili nel mio frigo perché svoltano anche il piatto meno riuscito. Poi i miei trigliceridi sono d’accordo perciò nella lista della spesa loro campeggiano. La situazione si fa seria e complessa una volta imboccato il corridoio “prima colazione”. In questo paradiso terrestre ci trascorro un intervallo di tempo che può variare tra i 5 e i 25 minuti. Perché le decisioni importanti vanno prese senza fretta. Io posso digiunare a pranzo o a cena ma mai potrà accadere di rinunciare alla colazione. Da quel momento dipende tutto. E lo sanno bene i miei. Le loro ultime parole al telefono quando il mio volo per la Sicilia sta per decollare sono: “Che compriamo per la colazione di domani?”. Perché se io non trovo qualcosa da inzuppare nel latteecaffé ci siamo rovinati tutti la vacanza.
Superato lo scoglio biscotti, vado spedita verso la zona forno. La varietà di prodotti mi incanta ed è il reparto più affascinante perché dà identità al luogo. Ogni supermercato ha un reparto forno diverso, unico, che lo rende riconoscibile e inconfondibile. Saprei riconoscere una catena guardando solo la varietà di pane disposta negli appositi espositori. Sono una fan del carboidrato, dieci anni fa lo ero di Stefano Accorsi, che resta comunque un bel bocconcino pure oggi. Comunque il pane lo guardo ma lo compro anche. Averlo in casa mi rassicura. Mi fa sentire che niente di male potrà accadere nella mia cucina finché ci sarà lui in freezer.
Ed ecco che con il mio carrello raggiungo il corridoio dei surgelati. Questo mi incute un po’ di paura, tipo quello di Shining. Forse perché scopro che la surgelazione non ha limiti. Ci sono prodotti che mai avrei pensato di trovare in quei frigoriferi. A me le lasagne a quella temperatura fanno impressione, non riesco ad accettare che ci si possa spingere a tanto. Poi mi sono persuasa che lì ci sia la mia famiglia a osservarmi, dietro le telecamere della videosorveglianza. Sento lo sguardo di mia madre addosso e la sua disapprovazione quando allungo la mano per prendere una busta di spinaci surgelati. Certe volte penso che da un momento all’altro potrebbe passarmi accanto un commesso e apostrofarmi: “Signorina, ma li prenda freschi, non può prepararseli lei?”. Li poso, che tanto manco mi piacciono particolarmente gli spinaci, allappano.
Sono al traguardo, arrivo alla cassa. E’ il momento che mi dà una botta di adrenalina pazzesca. Perché richiede una coordinazione importante: devi munirti di carta fedeltà, preparare la busta, riporre la spesa sul rullo. Riporre la spesa sul rullo. Riporre la spesa sul rullo con criterio. Riporre la spesa sul rullo con criterio e velocità. Sistemo tutto in modo che i prodotti più pesanti vadano alla base della busta e i più leggeri e delicati in cima. Devo fare in fretta perché non voglio fare spazientire la cassiera e far aspettare chi c’è dopo di me in fila. Ecco, qui dall’adrenalina si passa all’ansia. Io un’ansia così la provo solo in un’altra occasione. Mi piglia quando in auto sono la prima al semaforo in attesa che scatti il verde e dietro di me una coda di macchine che manco sul GRA nell’ora di punta. Solo una cosa può peggiorare la situazione. Aver dimenticato di pesare il broccolo e non aver, quindi, attaccato sul sacchetto il prezzo. Che faccio, vado a pesarlo al volo mettendo in attesa le tredici persone dopo di me e la cassiera con un impeccabile gel alle unghie e lo sguardo di disprezzo per la mia dimenticanza? Non sono pronta a quest’atto di coraggio. Tanto il broccolo non è più di stagione.
Comunque i brividi del weekend iniziano già da giovedì. Escono i volantini con le offerte del supermercato che frequento di più e quando scopro che il mio ammorbidente preferito è scontato al 40% sento davvero che la felicità è nelle piccole cose. Sarà un fine settimana a mille. E mille è la centrifuga.