La Giornata Mondiale dei Genitori per ripensare al concetto di famiglia.
I genitori: l’unico esempio di nucleo sociale che hanno vissuto alcuni bambini, quelli identificati come “Generazione C” e cioè nati durante la pandemia da Covid-19, o piuttosto che quelli che non hanno iniziato nemmeno ad andare a scuola.
E non pensiamo siano pochi! L’Unicef, per esempio, aveva ricordato, circa un mese fa, una stima di circa 116 milioni di nascite durante l’emergenza sanitaria del Coronavirus.
L’emergenza dunque ha necessariamente cambiato il modo di vivere le relazioni e ci ha costretto a ripensare al concetto di famiglia. Molte associazioni hanno inviato appelli verso istituzioni e opinione pubblica in occasione della Giornata Mondiale dei Genitori del 1 giugno 2020.
La Giornata Mondiale dei Genitori, è stata istituita nel 2012 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, proprio per ricordare che i genitori sono i primi autentici educatori dei bambini.
Tra gli altri, spicca l’appello della Camera Nazionale Avvocati per la Persona, le Relazioni familiari e i Minorenni che si è soffermata sull’importanza di ricostruire i rapporti familiari nel post-pandemia. La pandemia ha cambiato il modo di vivere la relazione genitori/figli: le convivenze forzate h24 possono essersi in alcuni casi rinnovate in una diversa dimensione di quotidianità e di riscoperta l’uno dell’altro, ma in altri casi si sono stressate o esasperate.
“Riflettere oggi su cosa voglia dire essere genitori – spiega la Presidente della Camera Nazionale Avvocati per la Persona, le Relazioni familiari e i Minorenni, Avv. Maria Giovanna Ruo, con la quale mi sono potuta confrontare – non è quindi semplice: certo già da tempo ci siamo abituati a considerare come il generare alla vita non possa più essere considerato un mero dato biologico, ed anzi ne possa persino prescindere. La famiglia “comunità di affetti”, come l’ha definita la Cassazione, rimanda a relazioni che generano alla vita in modo diverso, che può anche prescindere dal legame di sangue, ma non dalla capacità di cura, affetto, accudimento. “Generare” come proiezione e educazione del figlio alla vita, alla speranza, alla solidarietà e alla responsabilità familiari e sociali in un’intensa relazione affettiva e di accoglienza ai bisogni del più vulnerabile, ma anche reciproca nella prospettiva di una rinnovata solidarietà intergenerazionale”.
Se oggi i sistemi familiari sono sempre più numerosi e il dato biologico non coincide sempre con il dato sociale ed affettivo che costruisce le relazioni familiari, essere genitori può voler dire generare alla speranza e educare all’affettività responsabile e solidale.
“Forse bisognerà dare una chiave di lettura che aiuti i genitori in un momento in cui, se prevalessero i sentimenti di paura – precisa la Presidente Ruo – avremmo creato un enorme pregiudizio non solo alle generazioni più giovani, ma anche a quelle future”.