App “Immuni”, si o no?
Da lunedì, 1 giugno, è possibile scaricare l’App “Immuni”, un supporto tecnologico che nasce con l’obiettivo di tenere alla larga il virus e disponibile – gratuitamente – negli store di Apple e Google.
Per la sperimentazione, invece, dovremmo attendere ancora qualche giorno.
Questo sistema di controllo è stato ideato per scongiurare un aumento di contagi, ma nonostante le buone intenzioni del Governo la nuova App ha diviso l’opinione pubblica.
C’è chi lo ritiene uno strumento utile per sapere se siamo stati a contatto con il virus o meno e chi, invece, ha espresso molte perplessità.
Se ne parla ormai da settimane e questa mattina, tra dubbi e curiosità, ho deciso di scaricarla sul mio telefono cellulare, ho voluto rendermi conto di cosa si tratta. Scaricarlo è stato semplicissimo ma, al momento, non so se attiverò l’app per usufruire della sua funzione. Come ogni cosa nuova anche “Immuni” incuriosisce da un lato e “spaventa” dall’altro.
“Saremo tutti controllati?”, “Che ne sarà della nostra privacy?”, inutile negarlo, tutti gli italiani si stanno ponendo queste domande, legittimo. Solo l’idea di essere constantemente “controllata” mi inquieta ma, diciamocela tutta, ad oggi chi di noi non è monitorato?
Crediamo davvero di preservare la vostra intimità avendo sempre uno smartphone in tasca che aggiorna continuamente la nostra posizione?
E ci imbattiamo così in un conflitto tra Tutela della Privacy e della Salute, se ne è parlato tanto in questi mesi e trovare un equilibrio per salvaguardare entrambi questi sacrosanti diritti potrebbe essere possibile.
Come funziona?
Tramite il nostro smartphone sarà possibile risalire ai contatti che possono aver esposto una persona al rischio di contagio.
Se chi ha scaricato l’app è entrato in contatto con soggetti successivamente risultati positivi al tampone, verrà avvisato con una notifica.
I casi positivi verranno “codicizzati” dalle strutture sanitarie, sempre se c’è il consenso del paziente, e a questo punto parte in automatico la notifica agli utenti con i quali il caso positivo è stato a stretto contatto.
Privacy violata?
C’è da dire che nelle ultime è arrivato anche l’ok del Garante per la Protezione dei dati personali e il progetto – si legge sul sito del Ministero della Salute – è stato sviluppato nel rispetto della normativa italiana e di quella europea sulla tutela della privacy.
“L’impiego dell’applicazione è volontario e ha lo scopo di aumentare la sicurezza nella fase di ripresa delle attività.
Immuni non ti chiede il tuo nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email – si legge sul portale ufficiale di Immuni – e non raccoglie alcun dato di geolocalizzazione, inclusi i dati del GPS.
I tuoi spostamenti non sono tracciati in alcun modo.
Nell’intero sistema dell’app non sono presenti né saranno registrati nominativi e altri elementi che possano ricondurre all’identità della persona positiva o di chi abbia avuto contatti con lei.
Il codice viene generato in maniera casuale e non contiene alcuna informazione riguardo al tuo smartphone, né su di te.
Inoltre, questo codice cambia svariate volte ogni ora, per tutelare ancora meglio la tua privacy”
Io per adesso l’ho scaricata, poi chissà.
Voi cosa ne pensate? E’ un sistema che viola la vostra privacy o potrebbe essere uno strumento utile?