Post quarantena in cucina: la mia scoperta del Porridge
Lo ammetto: non sono una grande amante della cucina straniera. Insomma, se vado in vacanza in un posto, mi piace assaggiare la cucina del luogo, però ho sempre pensato che la nostra, la cucina italiana, sia un palmo (bello grande) sopra tutte le altre. In fondo abbiamo tutto, anche la capacità di sapere amalgamare bene gli ingredienti e tirar fuori piatti spettacolari. Secondo me, noi italiani ce lo abbiamo nel DNA e, la reclusione forzata dentro casa appena conclusa ne è stata una dimostrazione. Ammettetelo anche voi: quando si sta chiusi in casa si mangia di più. E’ inevitabile, compulsivo e riguarda tutti noi. Ma proprio tutti.
“Ne usciremo. Obesi ma ne usciremo….”
Ora che siamo usciti dalla quarantena ci guardiamo la pancia, pensiamo alla prova costume (siamo fuori tempo massimo, lo sappiamo) e tutto sommato ci rallegriamo del fatto che ancora non è molto chiaro come si potrà stare in spiaggia.
Vivendo all’estero la mia spesa è sempre stata quanto più “italiana” possibile. Ho sempre provato una certa diffidenza verso ingredienti che non conosco. Fatto sta, che in questa quarantena ho scoperto il porridge e me ne sono innamorata.
“Cosa centra il porridge con la Svizzera”? Assolutamente nulla, mica siamo in Inghilterra! Ma il bello di vivere in una città di circa 250mila abitanti di cui, più della metà sono stranieri e vengono da ogni parte del mondo, ti porta a scoprire gusti e abitudini diverse. Anche i supermercati di qui si sono adattati a questa forma di “cittadinanza varia”.
Io ho sempre avuto un grande problema di fame che, in quarantena si è intensificato. La mattina non amo mangiare molto però poi, dopo neanche un’ora dalla colazione, ecco lì che mi si apre una voragine nello stomaco. DEVO MANGIARE. Solo che poi capita che mangio qualunque cosa mi capiti sotto mano. E questo non va bene.
Per caso ne ho parlato con la mia amica Sara, expat da più tempo di me, la quale, candidamente, mi ha detto “Scusa, perché la mattina non ti fai una bella ciotola di porridge”?
Fiocchi d’avena, latte vegetale, frutta e una manciata di frutta secca. Ammetto che ha la consistenza del mappazzone tanto odiato da chef Bruno Barbieri, però è buono, leggero e soprattutto mi fa da “tappo” fino all’ora di pranzo. Anzi, a volta ci arrivo che non ho fame. Ecco quindi che, sulla scia dell’entusiasmo di questa nuova scoperta, ho deciso di condividere la ricetta del porridge con voi.
Porridge “quarantino” di Sara
Premessa: sembra una ricetta lunga, in realtà è più veloce a farsi che a dirsi e si adatta quotidianamente a quello che si ha in casa. Infatti, fatto salvo l’ingrediente principale (fiocchi di avena), tutto il resto è opzionale e dipende dal gusto personale.
Ingrediente per una porzione abbondante:
- 50ml di fiocchi di avena (fini se volete una consistenza più cremosa oppure grossi per una consistenza più granulosa);
- Cannella in polvere qb
- 100 ml di latte vegetale a piacere (io uso quello di riso);
- 150 ml di acqua;
- 5 gr di uvetta a fine cottura (con il calore si reidrata in un minuto).
Usare una pentola in acciaio perché in quella antiaderente diventa un composto “colloso”. Fare attenzione perché a fuoco alto si attacca. Quindi fuoco medio/basso e mescolare spesso. Mettere avena e cannella nella pentola e mescolare. Aggiungere i liquidi e mescolare ancora.
Preparare la frutta a pezzetti. Tra gli abbinamenti preferiti di Sara ci sono:
- Banana, mela e mirtilli;
- Banana, mela, pera e kiwi;
- Banana, pera e lamponi;
- Banana e fragole;
- Banana, fichi e prugne.
Un frutto acidulo ci vuole sempre per contrastare il dolce. Dopo 5/8 minuti il porridge è pronto. Aggiungere l’uvetta e se la consistenza è troppo “secca” basterà un goccio di acqua.
Mettere nella ciotola e aggiungere a piacere:
- Frutta fresca;
- Frutta secca intera: noci, nocciole, mandorle, albicocche secche, mirtilli rossi, fichi secchi…;
- Un cucchiaio di crema di frutta secca di mandorle, nocciole, noccioline, caju (=anacardi), pistacchi… Fate attenzione a che l’ingrediente sia 100% frutta senza zuccheri o olii aggiunti;
- Gocce o scaglie di cioccolato;
- Cereali soffiati a piacere come quinoa, amaranto, riso…;
- Semini di lino triturati, si devono triturare altrimenti passano indenni il nostro intestino e non beneficiamo del loro prezioso olio ricco di omega 3;
- Semini di chia o zucca o girasole o altro…
Esiste anche una versione salata, ma la devo ancora provare.