Saper accettare il momento no.
Sogni, programmi e libertà: è la terza volta che comincio questo post e le idee rimbalzano fra loro come palline impazzite in un flipper.
Vorrei parlare di sogni, di quella spiccata capacità che ho sempre avuto di sognare, anche ad occhi aperti, ma che ora non trovo più.
Vorrei parlare di una delle tante lezioni che questo periodo di lock down mi ha dato, come se non bastasse già la vita di per sè, e cioè che fare programmi troppo in la spesso non serve a nulla.
Vorrei parlare di libertà, non tanto quella fisica che ci permette di andare a destra e sinistra come e quando volgiamo, quanto più di quella libertà di testa e sentimento che ci permette di non essere schiavi di niente e nessuno che non sia, alla fine, un nostro volere.
La verità, in questo lunedì che ha il colore della ripresa, a tratti timida e impaurita, a tratti frettolosa e dirompente, è che non so più nulla.
Vorrei tornare a sperare, ancora prima di sognare, in qualcosa di bello, ma ogni notte, nel mio letto, quando chiudo gli occhi e provo a distendere i pensieri e le domande, ancora non vedo la luce, e quella luce mi manca tantissimo.
Vorrei tornare a programmare: un viaggio, un’uscita, una cena. Un futuro che si spinga un pò oltre il “da qui a una settimana”, ma siamo tutti in una giostra chiamata “giorno per giorno”, e se è vero che programmare non serve a niente, certe volte è rassicurante anche solo poter pensare di avere il controllo di certe cose, e invece no, non è così, e tutto questo è destabilizzante.
Vorrei tornare a vivere spensierata la mia libertà per cui tanto ho combattuto, e invece mi ritrovo dipendente dagli umori altrui, da quello che ogni giorno il cielo decide, fra la pioggia e il sole, da un messaggio che si fa attendere troppo e che forse non arriverà mai, dagli abbracci che non ho, dalle risposte sospese, da tutte le pause che si è presa la vita in queste settimane.
E allora penso: io che ho sempre cercato di affrontare tutto a suon di sorrisi, io che ho sempre programmato tutto – un pò per professione un pò per mania – io che per la mia libertà ho lavorato tantissimo, oggi mi legittimo ad abbassare le armi. A stare ferma per un pò. A non arrovellarmi il cervello sui sogni che non trovo, sui programmi che non so più neanche quali possano essere, sulla libertà che non sento perchè mi sento debole, ora.
E non perchè non voglia più farlo, ma perchè fra le tante cose capite in questa lunga quarantena, c’è che non dobbiamo essere sempre i supereroi di noi stessi e degli altri. Che se capita il giorno no, non deve esserci per forza un motivo. Che se oggi prevale il senso di paura e smarrimento, è perchè oggi è così, ma domani andrà meglio. Che starsi a crucciare sulle proprie incapacità, restrizioni e limiti serve solo a farci sentire peggio.
Che tutto gira, tutto torna, che ogni momento ha le sue fasi fatte di alti e di bassi, e se oggi siamo giù non c’è problema: arriverà il momento per tornare su, magari anche meglio di prima.
Che tutto serve e tutto fa, anche – e soprattutto – il momento no.
E che per quanto non lo senta, queste stesse parole (dette più a me che al resto del mondo) sono il mio modo per dirmi che in fondo a tutto questo buio, credo ancora ci sia una luce. Che tornerà il bello, tornerà la progettualità, tornerà la nostra forza interiore che ci farà sentire liberi.
E sarà bellissimo.