Bobby Jones, atleta professionista americano, e la sua quarantena italiana in un documentario
Lo statunitense Bobby Jones e’ probabilmente fra i pochissimi giocatori professionisti stranieri che, disputando quest’anno la stagione di basket in Italia, sono rimasti qui per affrontare la quarantena piuttosto che tornare nel proprio paese. E ha deciso di raccontarlo con un interessante, e a tratti divertente, documentario a puntate: “Sono rimasto in Italia soprattutto per proteggere mio padre”.
La crisi economica, conseguenza del lockdown per coronavirus, ha avuto, ha ed avra’ un grosso impatto anche sullo sport, tanto quello a livello dilettantistico quanto quello a livello professionistico. I Giochi Olimpici, inizialmente previsti per questa estate a Tokyo, sono stati rimandati al prossimo anno. Cosi’ come gli Europei di Calcio.
Ma in alcuni sport e in vari paesi, si discute ancora se provare a terminare la stagione sportiva o meno. La salute di atleti, addetti ai lavori e fan e’ naturalmente la prima preoccupazione per tutti. Ma, dove, come e quando possibile, ancora si valutano potenziali scenari – sempre nella massima sicurezza – per poter finalmente decretare i vincitori della stagione 2019-2020.
In Italia, la pallacanestro ha invece deciso di dichiarare chiusa la stagione in tutti i suoi campionati. I tanti stranieri che giocano nei nostri campionati professionistici di basket, appena scoppiata l’emergenza covid, hanno fatto ritorno dalle proprie famiglie, nei propri paesi e nelle proprie citta’ di appartenenza. Eppure, qualcuno, come il cestista americano Bobby Jones, ha scelto di restare.
Bobby Jones, di Compton, in California, che ha vestito le maglie di ben 9 squadre diverse in NBA e ha trascorso 11 stagioni di basket in Italia, ha appunto deciso invece di passare questa quarantena a Verona, dove stava giocando il suo campionato n. 11.
Ma non solo. Appassionato di produzione cinematográfica e con un suo canale youtube, ha voluto raccontare la sua quarantena italiana in un documentario a puntate, con momenti seri e meno seri, e a volte divertenti.
“Sono rimasto qui in questo periodo per varie ragioni – racconta Bobby – ma il motivo principale e’ stato quello di proteggere mio padre in America. E’ stata una decisione difficile ma penso la soluzione migliore”.
Ma perche’ farne un documentario?
“Mi piace fare video, ero annoiato, l’Italia e’ la mia seconda casa e volevo condividere con il mondo quello che stava accadendo qui”.
Undici stagioni in Italia: ti senti un po’ italiano?
“A volte si, ma lo considero piu’ che altro come un dono. Non molti americani possono dire di aver vissuto in un altro paese i loro 20-30 anni come e’ successo a me”.
LA GIORNATA TIPO DI BOBBY JONES IN QUARANTENA
“La mia giornata tipo durante la quarantena? In realta’ non molto diversa da quella in situazioni normali, a parte gli allenamenti e le partite. A volte mi piace andare a mangiare fuori ma la verita’ e’ che mi e’ sempre piaciuto stare a casa da solo. Guardo video, leggo e scrivo. Ho iniziato a fare meditazione, la mattina faccio docce fredde e poi corro. Alcuni giorni sono piu’ pigro, ma questa e’ la mia routine”.
I familiari di Bobby, il papa’ e sua figlia tredicenne Aaliyah sono negli Stati Uniti: “Sono tutti in salute e salvi – dice – e per fortuna non conosco nessuno che sia morto per covid”.
Cosa ti ha insegnato questa situazione?
“Mi ha ricordato che bisogna sempre avere un piano nella vita e che bisogna fare cio’ che piace. E che la salute mentale e’ fondamentale”.
E fra i piani di Bobby, basket a parte, c’e’ sempre stato quello del “videomaking”.
“Ho iniziato a fare video quando ero al college. Chiesi ai miei genitori di comprarmi una videocamera. Quando arrivai a Roma ho ripreso a scrivere e tre anni dopo ho voluto filmare. Due anni fa finalmente ho imparato a “editare”. E’ stato un lungo ma meraviglioso viaggio. Quando torno in America voglio insegnarlo anche a mia figlia, e speriamo di poter viaggiare insieme di nuovo molto presto. Ma mi piace anche scrivere: scrivere della mia vita, perche’ e’ da qui che mi vengono le idee. Il mio ambiente mi ispira idee. Scrivere per me puo’ essere tante cose”.
In Italia il confinamento e’ terminato, ma a basket appunto non si gioca piu’ e Bobby potra’ presto tornare dai suoi cari.
“La squadra qui a Verona – racconta – aveva buone chance di vincere il campionato, ma a questo punto non lo sapremo mai. A seconda di quali saranno le restrizioni, vorrei tornare negli States a fine mese. Prima di tornare filmero’ altre immagini qui, in centro citta’, con la gente con le mascherine, e faro’ un altro video per documentare la vita dopo la quarantena. E poi voglio andare a mangiare in un ristorante brasiliano o messicano”.
Sei un papa’, giochi a basket, scrivi, fai video. Ma come ti definiresti?
“Non mi piacciono le etichette. Sono semplicemente Bobby, uno a cui piace viaggiare e ispirare gli altri”.
E allora, per chi volesse vedere le due prime puntate del suo documentario, e prossimamente anche la terza, non resta che andare sul canale youtube di “Bobby Ray Jones Junior”. Qui troverete anche altri video che il giocatore ha realizzato negli utlimi anni: episodi simpatici del suo vlog di viaggio con la figlia, i mesi da giocatore di basket in Giappone e naturalmente le azioni piu’ spettacolari e le migliori schiacciate di Bobby sul campo da basket.
Tutto rigorosamente dotato di sottotitoli in italiano.
Prima puntata del documentario:
Seconda puntata:
Una delle prime puntate del vlog di Bobby con la figlia Aaliyah: