150 “cuculi calabresi” da Celico all’Associazione “La Terra di Piero”: storie di solidarietà

150 “cuculi calabresi” da Celico all’Associazione “La Terra di Piero”: storie di solidarietà

Questa è una storia d’amore in piena emergenza Covid. D’Amore perché coinvolge il cibo e la sua preparazione che è sempre un momento conviviale, d’amore perché c’è di mezzo la solidarietà e due mani che sono riuscite a sfamare decine e decine di persone sole e bisognose, d’amore perché lo sport unisce. La trama è ambientata tra Celico e Cosenza e ha come protagonisti la signora Elvira, classe 1940, i “cuculi pasquali” che sono dei dolci tipicamente calabresi, la “Terra di Piero”, l’associazione di volontariato dedicata alla memoria di Piero Romeo che offre a Cosenza servizi gratuiti alle persone più vulnerabili e la passione rossoblu, quella per il Cosenza Calcio. Piero era un ultras cosentino, che da sempre si è occupato dei giovani diseredati ed espulsi dalla società. Faceva il cuoco in una comunità e morì nel 2010 lasciando un vuoto incolmabile in tutto il mondo sportivo e solidale cosentino in cui si era distinto per centinaia e centinaia di iniziative. In sua memoria il presidente Sergio Crocco e i volontari dell’Associazione si occupano degli ultimi, dei più deboli e degli indifesi soprattutto in un momento delicato come questo con particolare attenzione ai senzatetto, agli anziani, alle persone con disabilità restituendo un sorriso anche dietro le mascherine e il gelo provocato dal distacco sociale. Con l’emergenza sanitaria l’aiuto e i gesti di solidarietà arrivano attraverso la donazione di beni di prima necessità, ma anche di farmaci e prodotti per l’igiene personale, per neonati e bambini. I volontari si occupano di portare la spesa agli anziani e distribuiscono pasti a chi è in difficoltà. Qualcuno ha avuto anche il coraggio di multarli. Di recente la Terra di Piero insieme ad altre associazioni di volontariato ha aderito a “La spesa circondariale” consegnando a duecentocinquanta detenuti del carcere “Sergio Cosmai”, un pacco contenete alimenti e articoli per l’igiene della persona. “Ciò che è latitante a livello istituzionale adesso è sopperito dalla solidarietà popolare”, ha dichiarato in una recente intervista Sergio Crocco. Ma torniamo a noi. Tutto ha inizio con la richiesta lanciata dall’associazione sui social per il pranzo pasquale, organizzato per le famiglie bisognose dell’area urbana. Nel menù pasta al forno e frittata pare siano state le portate principali. Ma il dolce? Come fa a mancare il dolce su una tavola imbandita calabrese?! Per questo è nata l’iniziativa di farsi recapitare più “cuculi” in donazione attraverso un appello lanciato in Rete. Da Celico sono partiti 150 cuculi pasquali infornati alla vecchia maniera dalla signora Elvira. In questa storia c’è la sua ricetta, ci sono le sue mani in pasta, c’è il profumo caldo delle brioches dorate ed intrecciate, il suo coraggio, l’amore di una donna, di una nonna che ha restituito un’atmosfera di festa a chi ha perso tutto e che oggi si sente ancora più solo.

Elvira, per chi la conosce, è una donna combattiva, da sempre in prima linea per le battaglie che ritiene giuste, schierata dalla parte dei più fragili. E anche in questa occasione non ha deluso le aspettative di figli e nipoti. “Abbiamo letto il messaggio di Sergio Crocco sui social e abbiamo pensato di poter realizzare quei dolci a casa mettendoli nel forno a legna di mia madre Elvira, ma quando ha appreso la notizia ha voluto lei stessa preparare e cuocere i dolci rendendosi utile come sempre”, racconta il figlio Gianluca Magnelli. La “T” e la “P” della Terra di Piero ricavate dall’impasto diventano un segno tangibile, una dolce firma che sigla l’abbraccio di solidarietà tra l’associazione e la comunità di Celico. I dolci sono poi stati inviati con cura presso la sede dell’Associazione.

Gianluca ha sposato il progetto di solidarietà della Terra di Piero – che unisce più generazioni – da tifoso del Cosenza Calcio, perché ritrova tutti i ragazzi ultras della curva e della tribuna dello stadio a cui lo lega un’amicizia fraterna. “In questo periodo io come tanti altri abbiamo comprato mascherine rossoblu per aiutare l’Associazione e sfamare chi non ha le nostre stesse possibilità. In Associazione tocchi con mano la povertà e quando dai una mano ti senti davvero gratificato”, conclude Gianluca.

Gilda Pucci

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