“Reclusione” non “lockdown”: parla come mangi, dillo in italiano!
“Quest’anno party online! Giusto per un brunch, un rapido cheers, insomma una cosa easy”. E intanto una pagina del dizionario di lingua italiana ha tentato il suicidio. E magari ci è anche riuscita. Quante volte durante questa quarantena vi hanno invitato ad una “call di gruppo”, vi hanno esortato a partecipare ad un corso virtuale di “food”, vi hanno chiesto se lavorate in “smart working”, se seguite un particolare “workout” eccetera, eccetera, eccetera…?! Va bene, sul “workout” mi dichiaro colpevole, ma per tutto il resto provo un discreto senso di disgusto.
E pensare che Dante si era impegnato così tanto e che la Divina Commedia è diventata presto celebre in tutto il mondo. Eppure niente, proprio non ce la fate a dire “riunione” al posto di “meeting”, oppure “chiamata” al posto di “call”, per non parlare di “mission”, di “feedback”, di “beauty routine” (che poi mi dovete spiegare quale, dato che sono due mesi che non vi truccate e a malapena vi pettinate i capelli). L’inglese ha letteralmente invaso i nostri soggiorni, le nostre cucine, i nostri bagni, insomma tutto quanto! Un bel paradosso se pensiamo che il nostro Paese è agli ultimi posti per conoscenza di lingue straniere! L’italiano medio, lo stesso che non va oltre “the pen is on the table”, è però maestro di “misunderstanding”, di “make up”, di “benefit” ma anche di “gap”, “homemade” varie ed eventuali.
E durante la reclusione? Peggio mi sento! Il signor “lockdown” è diventato il termine preferito di adolescenti in piena crisi ormonale, mamme sull’orlo di un esaurimento nervoso, mariti depressi perchè il campionato di serie A è fermo, nonne 2.0 che smanettano su Facebook meglio di come fanno l’uncinetto. Insomma, senza fare la morale a nessuno, facciamo tutti un piccolo sforzo e parliamo la nostra lingua! Il risultato sarà decisamente migliore! O “amazing” se preferite!