Tutela per chi non può gestire la propria libertà: la giustizia italiana durante l’emergenza Covid-19.
Si alternano voci, cori ed interviste di psicologi, pedagogisti, professori universitari, assistenti sociali, per garantire alle famiglie la vicinanza delle istituzioni. La categoria degli avvocati ci fa notare che i consigli non sono sufficienti ad articolare le diverse responsabilità, in questo momento così complesso.
Ecco perché nella settimana scorsa si è svolta una audizione con il Ministro Bonafede per dare voce alla domanda di giustizia per i soggetti vulnerabili durante emergenza COVID-19, coloro i quali non possono gestire la propria libertà in modo autonomo.
Cnf, Ocf, Aiga, Ucpi, Unione nazionale Camere civili, Avvocati giuslavoristi italiani, l’Associazione magistrati, e le altre associazioni di categoria, hanno mosso un invito affinchè le attività nei tribunali riprendano dal 12 maggio 2020, senza procrastinare oltre.
«Definire insieme criteri certi, uniformi seppur modulati in base ai contesti, per fare in modo che nella cosiddetta “fase 2” si possano anche celebrare processi con gli attori in carne e ossa, e non solo da remoto o in modalità meramente cartolare» spiega Maria Masi, Presidente del Consiglio Nazionale Forense.
La preoccupazione forte è per la situazione delle carceri italiane: «In tutto 133 persone sono positive al Coronavirus, e concentrate in quattro istituti, su una popolazione carceraria di 54.426 persone. Sono usciti dal carcere per scontare la pena in detenzione domiciliare circa 2.200 detenuti, i braccialetti applicati sono intorno ai 500 – ha dichiarato poche ore fa il Garante Nazionale delle Persone private della libertà Mauro Palma – la fase 2 in carcere registra un certo ritardo, il problema di ridurre i numeri è all’ordine del giorno così come quello di avere spazi dove poter isolare le persone contagiate».
Dunque il settore della Giustizia è praticamente fermo: «Da uno studio sistematico da noi condotto in tutti i distretti e circondari, risulta che la logica del differimento è vincente: l’accesso alle cancellerie è solo per casi urgenti – dice la Presidente della Nazionale Avvocati per la persona, le relazioni familiari e i minorenni Avv. Maria Giovanna Ruo – ma poi di fatto non viene assicurato nè nei Tribunali per i minorenni nè nei Tribunali ordinari».
Tutto ciò si traduce in giustizia negata: le persone hanno bisogno urgente di trovare soluzione ai problemi!
Nel frattempo che il Governo riapra progressivamente il Paese da maggio, auspichiamo che si dia priorità alle attività e alle professioni fondamentali per la tutela dei soggetti vulnerabili, che sono pari di quelle economiche.