Dal sud al nord: le origini di una Giargiana
Ma poi chi è “Giargiana”? Giargiana è il termine con cui il milanese doc chiama chi milanese non lo è ma vive nel capoluogo meneghino. Rientra in questa categoria chi viene dalla periferia ma anche chi giunge dal profondo sud. Sì, insomma, è diventato un po’ il sinonimo di “terrone”.
Ecco, in poche righe vi ho detto chi sono. A Milano ci sono arrivata qualche anno fa con un volo da Trapani (estrema punta occidentale della Sicilia, dove il mare è bello e il cous cous pure). E’ uno di quei momenti della vita che non ti scordi perché segnano un passaggio, soprattutto se questo cambio città avviene in un caldo giorno di giugno. Praticamente come spiegare il significato del termine “controcorrente”. Io al principio dell’estate lascio una città di mare per approdare a Milano. Forse è per questa triste consapevolezza che ho versato qualche lacrima durante il viaggio, sempre nella speranza che i miei vicini di posto sull’aereo non se ne accorgessero. Quindi mentre io sono convinta che poche e silenziose lacrime scendano sul mio volto e immagino che suoni Piece of My Hearth di Janis Joplin sotto questa scena, chi mi siede accanto si sveglia perché sto rumorosamente tirando su col naso. “Oh, non è niente, solo un po’ di allergia”. Giugno, notoriamente il mese delle allergie.
“Daggiù” ho portato con me l’olio e la transitività di verbi che transitivi non sono, almeno non di nascita. Per capirci: scendere, salire, entrare, uscire. La grammatica italiana ci dice che non reggono il complemento oggetto quindi non si può dire: “Esci il cane”. Al sud questa regola non l’accettano e io non ho fatto eccezione. Perciò i primi mesi era difficile intrattenere una conversazione con qualcuno a Milano senza TIRAR FUORI dal mio bagaglio grammaticale una di queste espressioni. Mi accorgevo subito di averlo fatto perché il mio interlocutore andava in apnea e deglutiva vistosamente. Per fortuna imparo presto quindi ho smesso e ho fatto smettere anche chi mi sta intorno e anche lontano. Così mia madre al telefono quando le chiedo che prepara per cena si ferma, cambia tono di voce e mi dice: “HO TIRATO FUORI DAL FRIGO LA CARNE”. E’ uno sforzo talmente grande che pur di non farlo temo possa diventare vegetariana.
Un altro vizio cui ho dovuto rinunciare una volta accolta dalla Madunina è il saluto facile, quello con il contatto fisico tra due persone, quello con uno/due baci sulle guance a seconda del livello di confidenza. Bene, io che salutavo così chiunque mi capitasse a tiro, a Milano ho dovuto smettere. Il metro di distanza ho imparato a tenerlo in tempi non sospetti. Un “ciao” e un cenno con la manina, niente baci, niente abbracci. I primi tempi faticavo, dimenticavo questa regola non scritta del Galateo meneghino e allora mi avvicinavo e invadevo lo spazio vitale dell’altro che rimaneva fermo, pietrificato. Facevo tutto io, nell’imbarazzo generale. Ho talmente fatto mia questa usanza milanese che le ultime volte in Sicilia non ho più baciato neanche il postino.