#challenge. Il mio post parto silenzioso
Sono stata chiamata in causa ed eccomi qua. Il miei post parto? Sono sincera, non sono stati drammatici. Anzi, direi che sono filati lisci senza intoppi particolari. Certo, di cambiamenti ne hanno portati, sia fisici sia psichici. Ma a distanza di sei anni dall’ultimo parto, posso ritenermi fortunata: la mia seppur precaria stabilità mentale, che avevo prima di iniziare le gravidanze, si è mantenuta stabile. Pensavo peggiorasse.
Prima gravidanza, Giulia, oggi 8 anni, io all’epoca 34. La ginecologa mi aveva talmente terrorizzato “..mi raccomando, al massimo puoi prendere un chilo al mese..”, insomma, alla fine ne sono uscita fuori con appena 11 in più. Sono stata brava. Del dopo, ricordo le ragadi al seno: un dolore allucinante. Io piangevo e lei ciucciava. L’allattamento era diventato un incubo. La privazione del sonno: lo sappiamo, è uno strumento di tortura, quindi non mi dilungo. Posso dire di essere stata torturata. Ma la cosa peggiore erano le coliche. Delle urla disumane, improvvise, che per mesi mi hanno fatto dubitare di aver partorito la sorella di Linda Blair ne “L’esorcista”. E quando chiedevo lumi alle mie amiche, anche loro neo mamme, mi guardavano con due occhi strabuzzanti come a dire “coliche? Cosa sono”? Ho capito che mia figlia era l’unica sulla faccia della terra ad avere le coliche. Pace.
Nel frattempo il mio corpo era talmente occupato a stare dietro alla bambina, a riprendere il lavoro (ci sono tornata quasi subito), che non ho fatto caso al dimagrimento naturale. Che fortuna, direte voi! Ammetto che un segreto c’era. Quando ero giovane e forte ho praticato per 18 anni atletica leggera, a livello agonistico. Ero una velocista: 100, 200 e staffetta 4 per 100. Il periodo più bello della mia vita da single. Mi allenavo per 3/4 ore al giorno, 6 volte la settimana. Ecco, posso dire che questo mi ha aiutato. Ho “campato di rendita”, fisicamente parlando. Anche se ho sempre cercato di fare un pò di attività: una corsetta, un pò di ginnastica dentro casa. Quello che odiavo erano gli esercizi del pavimento pelvico. Però non hai alternativa: o li fai regolarmente, o la pipì ti scapperà via ogni singolo starnuto o risata che farai per il resto dei tuoi giorni.
Discorso diverso per il mio secondo post parto. Elena, 6 anni oggi, all’epoca io ne avevo 37. La verità è che dopo aver partorito una volta, ormai ti senti navigata. Dispensi consigli e pensi che tutto andrà come previsto. Temevo molto le coliche, però ormai sapevo cosa aspettarmi. Ero talmente serena che senza neanche accorgermene ho messo su 18 chili. Elena è arrivata con 5 giorni di ritardo sul termine. Il tempo di accorgermi dei dolori e già la tenevo in braccio. La bambina “più buona del mondo”: mangiava, dormiva e faceva i bisogni. Con lei niente coliche, niente ragadi ed era il passatempo preferito della sorella maggiore. Insomma, un sogno. Ho ripreso a lavorare quasi subito ma stavolta il mio fisico è esploso: ho iniziato a soffrire di mal di schiena. Il dolore al nervo sciatico ormai è mio fedele compagno di viaggio da sei anni. I chili presi sono riuscita a buttarli giù in un anno e stavolta non ho “campato di rendita “, come nella prima gravidanza. Mi sono proprio dovuta mettere a dieta. Io, che mai avevo fatto una dieta dimagrante in vita mia!
Complice poi, il giro di boa sui 40 anni, il cambio di vita all’estero, il bagaglio di stress conseguente, ho lasciato al suo destino il mio pavimento pelvico. Oggi convivo con gli esercizi: li faccio regolarmente per allontanare lo spettro degli assorbenti Tena Lady. Mi muovo: palestra, corsetta, ginnastica. Niente di che. Cerco di stare attenta nel mangiare….no, non è vero. Sono golosa e mangio, poi però mi pento e vado a correre. C’è un’unica cosa che le gravidanze mi hanno portato via e non sono riuscita ad accettare: i miei capelli. Avevo tanti, ma proprio tanti capelli. Non li curavo particolarmente, però ne avevo tanti. Oggi sono un lontano ricordo. Ho cominciato a perderli dopo il parto di Giulia e non ho più smesso. Faccio cure palliative ma ho già avvisato mio marito: alla prima avvisaglia di calvizie, pretendo una clinica svizzera (tanto già ci sono, in Svizzera) e un trattamento rigenerante. A costo di pagare con un rene! In fondo, con un rene solo posso vivere. Senza capelli proprio no!