Com’è vivere a Lussemburgo?
Com’è vivere a Lussemburgo? É la domanda che mi hanno fatto più spesso all’università. Ho scritto la mia tesi di laurea specialistica sul modello di integrazione degli stranieri immigrati in Lussemburgo. Chi mi ha valutato ha ritenuto che il modello di welfare qui applicato non sia eseguibile in Italia. Forse è solo una scusa. Vi spiego come funziona questo piccolo Paese fondatore dell’Europa.
Lo stato del Lussemburgo
Il Lussemburgo è uno stato piccolo, non più paradiso fiscale, che ,con un debito accettabile, fa sempre lavorare il suo paese. Indubbiamente facilitato dalla sua storia, dalle sue ridotte dimensioni e dal suo benessere economico. Il modello di integrazione lussemburghese sembra essere riuscito a scongiurare potenziali instabilità sociali e politiche derivanti da una così forte percentuale di stranieri. Con nuovi accorgimenti, si continua a puntare sull’immigrazione e a vederla come un’opportunità di crescita economica, sociale e culturale. La parola chiave che rappresenta al meglio il modello d’integrazione del Lussemburgo è senz’altro “malleabilità “. Non cerca esclusivamente di plasmare chi vorrebbe diventare cittadino ma viene a sua volta modellato dall’apporto delle culture straniere con cui è venuto a contatto. Io vivo a Lussemburgo, pago molte meno tasse sul mio stipendio di quante ne pagavo in Italia. Pago la visita dal medico ma poi all’85% mi viene rimborsata, prendo i mezzi per andare a lavoro e hanno un orario( rispettato a spaccare il secondo) chi vive nelle grandi città mi capirà.
La vita sociale a Lussemburgo
Mio marito al titolo di questo articolo “com’è vivere in Lussemburgo?” Vi risponderebbe che se cercate un Paese come l’Italia non potete vivere in Lussemburgo dove le abitudini sono completamente diverse.
Alle 18.30 si svuota perché metà delle popolazione giornaliera è composta da frontalieri provenienti da Francia e Germania. I locali sono tutti chiusi e per chi è abituato alla piccola città pugliese dove puoi uscire a qualsiasi ora e trovare aperto un bar con una persona che conosci all’interno, è davvero difficile. Come lo è anche trovare cibo italiano tipico che costi poco, per non parlare dei ristoranti che sono l’unica cosa che qui costa molto. No, ho detto una bugia, anche il parrucchiere/barbiere costa davvero tanto. Per tagliare i capelli a mio figlio pago 20 euro e per fortuna io non tingo i capelli, con 40 euro mi fanno taglio e piega. Però, lo stipendio base è il doppio di quello italiano, io per 6 ore di lavoro in un call center guadagnavo 900 euro, difficile pensare di costruire una famiglia con due stipendi così bassi.
Nel mio caso specifico
Io sono per metà lussemburghese e sostengo fortemente che il Lussemburgo sia il paese perfetto per le famiglie. Parchi gioco ovunque, intorno al palazzo dove vivo ce ne sono 4 e non sgangherati con chiodi sporgenti o mattonelle che mettono a dura prova le caviglie di genitori e bambini. In una famiglia in cui entrambi i genitori lavorano c’è un sistema di welfare che assicura la copertura della spesa dell’asilo per l’80 % e in base allo stipendio dei genitori. Ovvero se i due genitori hanno uno stipendio base, 4000 euro in due, si vedranno rimborsare di più rispetto a chi guadagna 6000 euro per famiglia e così via. Ogni bambino è registrato fin dalla nascita in un sistema , starkanner, che lo accompagnerà fino alla fine delle scuole superiori.
La lontananza sai è come il vento
La mancanza della propria famiglia di origine è il male maggiore come per ogni emigrato ma per fortuna c’è la tecnologia ad assisterci. Se solo penso che mia madre, quando studiavo a Roma non poteva videochiamarmi?! Ma come facevamo?
Per la laurea triennale ho scritto una tesi in antropologia culturale e ho intervistato 30 persone di fascia di età diverse, tra i quali lo zio di mio padre ora ottantenne, che in lacrime mi ha raccontato come era trattato un italiano emigrato in Lussemburgo negli anni settanta. I bar chiusi agli italiani, la difficoltà di trovare un un’appartamento in affitto, se ti avvicinavi a una donna lussemburghese ti picchiavano e quest’ultima era trattata da “prostituta” se sceglieva di sposare un italiano. Ecco oggi essere emigrato non è assolutamente la stessa cosa, l’italiano è oggi tra i “colletti bianchi” e preferisce non mischiarsi agli stranieri anche a lavoro. Credo sia un errore, vedo mio marito molto interessato alle altre culture, aperto alle altre lingue, interessato ai tesori di questo paese. Credo che questa sia il punto di vista giusto per chi decide di emigrare.
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Ciao Anna,
ottimo articolo mi è piaciuto molto, di recente stavo pensando alla possibilità di trasferirmi in Lussemburgo visto la che ha una buona quantità di offerte di lavoro per il mio settore.
Volevo chiederti, un paio di informazioni riguardo al lavoro.
Io parlo un ottimo inglese (ho fatto l’università in Scozia) ma mi chiedevo quanto fosse essenziale a livello di lavoro e carriera studiare il Francese o il Tedesco.
Soprattutto per la vita quotidiana fuori dal lavoro, non credo che tutti in Lussemburgo parlino Inglese.
Della vita sociale diciamo che ci sono abituato alla chiusura dei negozi alle 18 o lo svuotamento delle città, il clima e cibo non penso sia un problema dopo la Scozia.
Invece, ero interessato agli affitti delle case e le zone migliori dove cercare.
Inoltre, sai dove appoggiarsi per la ricerca di lavoro e abitazioni?
Avevo letto da qualche parte che la camera di commercio Italo-lusseburghesse è molto attiva in questo ambito, ne sai niente?
E ultima curiosità, dopo il Covid-19 com’è cambiato il Lussemburgo?
Ci sono stati dei cambiamenti notevoli o sta tornando tutto alla normalità?
Immagino che durante il lockdown Europeo, la città di Lussemburgo fosse praticamente vuota.
Ti ringrazio anticipatamente.
Dipende molto dal settore in cui lavoreresti.se vuoi puoi scrivermi sulla mia mail privata annapiccolomini@gmail.com ti darò più info dettagliate. A presto