Covid 19: Testimonianze da Oriolo, il comune calabrese dichiarato “zona rossa”
Cosenza. Il Covid penetra anche tra i vicoli e le piazze dell’insospettabile comune di Oriolo, l’antico borgo medievale calabrese arroccato su uno sperone alle falde del Pollino, contagiando la sindaca, Simona Colotta e alcuni amministratori comunali. Il 5 aprile nel comune sono 15 i casi confermati, di cui 2 ricoverati in ospedale, ma non si esclude il rischio di un ulteriore e progressivo incremento dei cittadini coinvolti. La Presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, il 1 aprile ha emanato un’ordinanza disponendo la chiusura del centro, che attualmente è l’ultimo comune calabrese dichiarato “zona rossa”, con divieto di ingresso e di uscita e la contestuale sospensione di tutte le attività, comprese quelle svolte dagli Uffici pubblici. Consentita invece l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità. In una dimensione storico, geografica, di profonda tradizione culturale e popolare, le serrande dei negozi abbassate e le strade deserte, attualmente popolate dal silenzio, generano una profonda ferita. Il tempo è come sospeso, le lancette del grande orologio del castello-fortezza che domina su tutto il centro storico di Oriolo, scandiscono minuti immaginari ed immaginati, momenti di vita vissuta o sperata. Il ricordo dei quartieri e dei vicoli “affollati” durante la festa di San Giorgio, il santo patrono di Oriolo, è un antidoto momentaneo alla profonda solitudine e al nonsenso di questi giorni.
Il paese, considerato tra i borghi più belli del Mediterraneo, sembra tuttavia non rassegnarsi al clima inasprito. Immersi in molteplici attività domestiche, nate per esorcizzare la paura, i residenti del comune, soprattutto quelli più anziani, sperano in un intervento straordinario del Santo protettore proprio come vorrebbe una delle leggende legate al personaggio; al confine tra storia e immaginazione si narra di come il cavaliere Giorgio sconfisse un drago. La quarantena per gli abitanti di Oriolo si svolge un po’ come altrove, tra letture, esperimenti culinari, Tv, giardinaggio, bucato da stendere e da asciugare al sole. Gli indumenti colorati e i fiori sbocciati sul davanzale dei balconcini scolpiti sul costato delle antiche abitazioni testimoniano la resilienza dei cittadini, ma qual è lo stato d’animo di chi vive nel borgo?
La testimonianza e il messaggio di speranza di Valentina Spagna da Oriolo:
“Oriolo è un borgo piccolo ma accogliente, nel quale la gente esce lasciando ancora le chiavi attaccate alla porta. Un paese tranquillo, nel quale non succede quasi mai nulla. Poi un giorno, in tutto questo caos, è scoppiata una bomba: il primo caso di coronavirus. Sembrava quasi surreale, nessuno riusciva a crederci, eppure, quel mostro di cui fino a quel momento avevamo sentito parlare solo in tv, era arrivato. E in un attimo, le voci della gente iniziano a susseguirsi. Tutti si chiedono come sia possibile che sia toccato proprio a noi, ad una popolazione già così debole, composta prevalentemente da anziani. Dal balcone di casa vedo le strade deserte, il silenzio è assordante, è uno scenario devastante per me, per tutti noi concittadini, che a queste strade e a questo paese siamo così tanto legati. Il nostro unico e solo pensiero, è che la gente del nostro borgo torni presto a stare meglio, che tutti possano rimettersi in forze e che tutto torni esattamente come prima. Ogni persona infetta qui da noi non è numero, ma ha un volto, è un amico, un fratello o un vicino di casa. Di una cosa sono certa però, l’amore dei suoi concittadini, l’attaccamento alle tradizioni, alla storia e alla devozione dei Santi, il rispetto delle disposizioni, faranno tornare Oriolo a splendere, come solo un paese come il mio sa e può fare”.
Forza Oriolo.
Gilda Pucci
Spero che se ne possa uscire presto. Oriolo è un paese troppo bello da visitare e ha un patrimonio storico imponente. Forza Oriolo!